Museo Demologico

Dettagli del luogo

Il museo si trova nella Circonvallazione Costa degli Archi e raccoglie le testimonianze della cultura contadina santacrocese

Data:

10 Aprile 2025

Descrizione

Il museo demologico si trova nella Circonvallazione Costa degli Archi e raccoglie le testimonianze della cultura contadina santacrocese. E’ sorto nel 1998 e nacque grazie a 145 cittadini santacrocesi che donarono al Comune veri e propri “pezzi di storia locale” tra cui utensili, attrezzi agricoli, mobili ed arredi appartenuti ai propri avi.

Il Museo Etnografico e Demologico rientra tra i beni storici e culturali del territorio camarinense ed è una parte importante del nostro patrimonio. Perpetuare la nostra storia, le tradizioni di Santa Croce, custodire i modi di vivere e la cultura popolare facendo conoscere tutto ciò alle giovani generazioni: sono questi gli obiettivi del Museo Demologico.
Entriamo quindi dentro il Museo in un affascinante viaggio nel passato e nei modi di vivere e di lavorare nella Santa Croce di ieri. Il museo si divide in 5 stanze che rappresentano diversi ambienti.

Nella prima delle cinque stanze del Museo troviamo la “Casa d’abitazione”, ossia a casa ri stari ed è la riproduzione della tipica casa santacrocese dei fine 800 e inizi del 900.
Uno spazio ricreato con cura che permette di offrire uno sguardo autentico sulla vita quotidiana di un’epoca passata; ogni dettaglio è curato con attenzione proprio per riflettere lo stile di vita dell’epoca permettendo di vivere un’esperienza coinvolgente ed affascinante.

Vi è anche la riproduzione di una stanza da letto, all’interno dell’alcova un braciere a carbone per riscaldarla durante l’inverno. I materassi sono pieni di paglia e crine e sopra al letto vi è la culla, la cosiddetta naca in siciliano, utilizzata per cullare i neonati. Completano la stanza gli utensili per l’igiene personale, il comodino, e la stanza è ornata di oggetti sacri con le pareti nelle quali sono appese immagini sacre e lucerne ad olio o petrolio.

E’ stato allestito anche l’angolo soggiorno ove vi sono oggetti di lavori come il telaio, la pilozza per lavare i panni con il sapone di casa e per ultimo l’angolo cucina e la sala da pranzo composte da forni e piccoli angoli cottura, la briula ovvero lo strumento con il quale si impastava il pane, i bummuli, e le anfore per contenere l’acqua e il vino e la “buffetta” cioè il tavolo da pranzo.

Dopo aver visto le abitazioni della Santa Croce di una volta una ampia porzione del museo è dedicata agli antichi mestieri e troviamo la bottega del falegname, la bottega del carradore (ossia di colui che si occupava della costruzione e riparazione dei carretti), la bottega del bottaio, la bottega del sellaio, la bottega del fabbro e del lattoniere.

Sono stati ricostruiti gli ambienti di lavoro degli artigiani più importanti per la società del passato: troviamo gli utensili in legno, in ferro per lavorare le materie prime che poi venivano trasformate in attrezzi di lavoro solidi e duraturi.

Mobilio, carretti e selle erano delle vere e proprie opere d’arte e visitando il museo si potrà approfondire la conoscenza di antichi mestieri strettamente legati alla terra e alla cultura enogastronomica del nostro territorio. Un’altra zona del museo è la sala grande. Qui sono presenti diversi oggetti sparsi nei vari angoli: pesi e misure, oggetti e abiti religiosi usati per le diverse festività religiose tra cui una campana in bronzo risalente al 1765, un torchio e una libreria con volumi risalenti all’ottocento e i primissimi del novecento: testimonianze di una cultura scritta che andava diffondendosi sempre più nelle abitazioni del periodo.

Vi trovano spazio anche reperti militari che testimoniano il secondo conflitto mondiale che nel luglio del 1943 vide sul territorio lo sbarco dell’esercito Alleato provocando molte vittime: possiamo vedere un’elica di aereo, coperte militari, involucri di bombe, bossoli, radio trasmettitori. La masseria è la fedele riproduzione di un ambiente tipico ove venivano prodotte le bontà casearie che ancora oggi contraddistinguono il nostro territorio e sono parte integrante della tradizione culinarie. Si possono vedere, contornati dai muri a secco, i diversi angoli cottura con la caurara (all’interno del quale si faceva la ricotta), a mastredda (dove si lavorava il formaggio fuso per fare la forma al cosacavaddu) e i cavagni, i piccoli contenitori destinati a raccogliere la ricotta. Accanto ad essi vi sono attrezzi da lavoro tra cui l’aratro, asce di diverse grandezze, la bardatura per i buoi.

Un’altra stanza è quella della bottega del fabbro e del lattoniere, due mestieri importantissimi per l’economia del tempo. E’ possibile vedere i ferri di cavallo, gli aratri, i quartari di zinco che erano dei recipienti per contenere l’acqua quando si andava a prenderla presso la Fonte Paradiso di Santa Croce Camerina, secchi, bicchieri e imbuti.
Completano poi gli spazi espositivi le stanze dedicate ai mestieri “puliti”, ossia il sarto, il calzolaio, il barbiere.

Non possono mancare, per la grande devozione che i santacrocesi hanno verso il Patriarca, le foto storiche delle celebrazioni di San Giuseppe – patrono della città – e delle “CENE”, un’usanza tipica in cui i fedeli offrono al Santo per devozione o grazia ricevuta le bontà alimentari tra cui spiccano il pane “pulito”, la frutta di stagione, dolci tipici.

Le foto del Museo sono di Gianni Giacchi.

Modalità di accesso

Il luogo non ha costi di accesso

Orario per il pubblico

Giovedì: ore 9.30 – 11.30

Sabato: 17.00 – 19.00

Gallerie di immagini

Gallerie di video

Ulteriori informazioni

Per gruppi e/o prenotazioni si può contattare il numero di cellulare (anche WhatsApp): 3312606232

Pagina aggiornata il 10/04/2025, 16:55